Oggi i fedeli con disabilità che assistono a una messa possono farlo solo all’interno di “luoghi appositi” separati dal resto del pubblico. “Una segregazione di cui non si comprende la motivazione”
LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha scritto una lettera al governo italiano (nelle figure del premier Giuseppe Conte e del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese) e alla Conferenza episcopale italiana, per chiedere una modifica al protocollo stipulato tra le CEI e il Governo con cui si disciplina la riapertura delle funzioni religiose al popolo, all'indomani dell'emergenza Coronavirus.
Secondo i legali del Cento Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA, infatti, il protocollo contiene una disposizione potenzialmente discriminatoria dei diritti delle persone con disabilità, in base a quanto previsto dalla legge 67/2006. Il punto 1.8 del protocollo, infatti, stabilisce di favorire "per quanto possibile, l'accesso alle persone diversamente abili (sic), prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente".
Sono due gli elementi di potenziale discriminazione contestati dall'associazione. Da un lato il fatto che il protocollo prevede, solo per le persone con disabilità, la possibilità eventuale e non il diritto (come per tutti gli altri cittadini e fedeli) di assistere alle celebrazioni. Altro elemento critico è dato dalla previsione di disporre, solo per le persone con disabilità, "luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni".
"Siamo di fronte a una segregazione di cui non si comprende la motivazione. E riteniamo che questo possa configurare una discriminazione collettiva fondata sulla disabilità", commenta Laura Abet, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi. La richiesta di rimozione di questo passaggio dal protocollo vuole anche tutelare quei parroci e quei responsabili laici delle comunità cattoliche che -con buon senso- non stanno rispettando la norma e permettono alle persone con disabilità di seguire la messa assieme a tutti gli altri fedeli, nel rispetto del distanziamento sociale.
Sebbene al Centro Antidiscriminazione non siano stati segnalati episodi di discriminazione, LEDHA chiede alla CEI e al Governo di modificare -entro 15 giorni- il protocollo in modo tale da consentire a tutte le persone con disabilità di poter assistere alle funzioni religiose da loro scelte, in condizioni di parità rispetto agli altri cittadini. LEDHA, inoltre, invita le persone che sono state “accompagnate” in una zona separata della chiesa per seguire la Messa a contattare l’associazione.