Ancora molti musei che presentano barriere che escludono dall’accesso o dalla fruizione le persone con disabilità o con esigenze specifiche. Ripensare accoglienza, comunicazione e percorsi è una preziosa opportunità per "ri-aprire”
Quest'anno la data del 18 maggio ha una doppia valenza simbolica. Perché quest'anno la Giornata internazionale dei musei (istituita dall'International Council of Museum nel 1977) coincide con la data stabilita dall'accordo tra Governo e Regioni per la riapertura dei musei dopo più di due mesi per l'emergenza Coronavirus. Sono stati due mesi difficili per le realtà museali di tutta Italia, ma al tempo stesso sono state un'occasione per rinnovare i propri spazi agendo anche su aspetti strutturali-impiantistici o sperimentando dei percorsi di visita a distanza. In alcuni casi la programmazione di queste opere ha messo al centro al centro il miglioramento dell’accessibilità e dell’inclusione. In altri casi, invece, i “tour virtuali” e le porte dei “musei aperti sul web” hanno visto restare fuori alcune persone con disabilità sensoriale o intellettiva, per la mancanza di sottotitoli o per la scarsa fruibilità/usabilità/accessibilità del portale web o del contenuto digitale.
Tra le buone prassi da segnalare in questo senso l'edizione speciale della "Biennale Arteinsieme - cultura e culture senza barriere", promossa dal Museo tattile statale "Omero" di Ancona, un avamposto per i percorsi museali accessibili. Per l'edizione 2020 della Biennale Arteinsieme, il Museo "Omero" ha invitato tutti i musei e i luoghi della cultura a pubblicare sul proprio sito e sui loro social materiale digitale accessibile alle persone con disabilità. L'invito (corredato dagli hashtag #biennalearteinsieme e #laculturanondimenticanessuno) è quello di raccontare le proprie realtà prevedendo la traduzione in LIS nei video e la sottotitolazione per le persone sorde, l'audio descrizione per non vedenti e l'adozione di testi ad alta leggibilità redatti secondo le regola del linguaggio "Easy to read" per le persone con disabilità intellettiva. Un materiale che può -anche- costituire una risorsa preziosa per gli studenti con disabilità. Tra le diverse realtà che hanno aderito a questa iniziativa segnaliamo, in Lombardia, la Pinacoteca di Brera. L’auspicio è che altri Musei lombardi possano aderire all’iniziativa mettendo in luce il percorso positivo fatto o in fase di attuazione.
Sono ancora molti i musei e le mostre che presentano barriere non solo all’accesso degli spazi ma soprattutto di fruizione dei contenuti e delle esperienze. Le persone con disabilità sensoriale, visiva e uditiva, le persone con disabilità intellettiva, i bambini e le persone anziane più fragili troppo spesso entrando in un museo non trovano dei percorsi e dei contenuti appropriati alle loro esigenze. Anche per questo settore della cultura, la "Fase 2" rappresenta una sfida e una possibilità per un nuovo inizio che, se affrontato e gestito correttamente, può portare verso un futuro più inclusivo. Ripensare l’accoglienza, la comunicazione e i percorsi museali rappresenta una preziosa opportunità per "aprire" e accogliere in modalità più inclusive e accessibili i visitatori con disabilità o con esigenze specifiche.
Le Linee guida Ministeriali che impongono un contingentamento e una programmazione delle visite può essere vista come una opportunità da cogliere ad esempio per ridisegnare percorsi di fruizione per le persone che necessitano di tempi differenti, di spazi meno affollati o di organizzare preliminarmente la visita al museo. L’occasione è valida anche per adeguare i siti web e i portali dei musei alle “Linee guida per l'accessibilità dei contenuti Web (WCAG) 2.1” nonché aggiornare la sezione dedicata ai visitatori con esigenze specifiche o con disabilità illustrando facilitazioni e barriere presenti.
In questa fase di riprogettazione diviene fondamentale avviare processi partecipati dove siano presenti le persone e le Associazioni di persone con disabilità. Ripensare in chiave accessibile e inclusiva un percorso museale o un allestimento di una mostra, il sito web o la comunicazione digitale, un laboratorio didattico o un servizio accessorio come il bookshop o il bar, richiede competenze specialistiche e interdisciplinari, e non può prescindere dall’avvio di un percorso condiviso e partecipato con le Associazioni di persone con disabilità.
Sono già molte le esperienze e le buone pratiche in tal senso che possono essere accolte all’interno di un processo partecipato dalle realtà museali che intendono migliorare l’accoglienza e qualità di fruizione. Pensiamo al progetto “Musei per Tutti” dell’Associazione L’Abilità, che promuove percorsi e materiali accessibili per garantire il diritto alla cultura delle persone con disabilità intellettiva e che è già stato sperimentato in sette musei sul territorio nazionale, tra questi il Museo Archeologico San Lorenzo di Cremona, la Reggia di Venaria di Torino, la Galleria Nazionale di Roma. Un’altra buona prassi è il progetto “Descrivedendo” e il progetto “musA” promosso dall’Associazione Nazionale Subvedenti (ANS), che propone un metodo innovativo per rendere accessibile il patrimonio artistico alle persone con disabilità visiva. “Descrivedendo” è già stato positivamente sperimentata già in otto siti museali, tra cui il Cenacolo Vinciano, l’accademia di Brera e il Museo del Novecento a Milano. Citiamo inoltre come esperienza replicabile il progetto avviato alla Galleria d’Arte Moderna di Milano e promosso dall’Associazione lombarda famiglie audiolesi (alfa Onlus) per favorire la fruizione alle persone con disabilità uditiva.
Alcuni musei negli ultimi anni si stanno trasformando da spazi espositivi a veri e propri “hub culturali e sociali”, divenendo dei riferimenti per i quartieri delle città e per i residenti, per le scuole e per i giovani, per le famiglie, per gli anziani. Favorire la partecipazione delle persone più fragili, alle attività culturali, didattiche e di relazione offerte dai musei assume un valore ancora più importante per evitare l’esclusione sociale e l’isolamento. Costruire e pensare spazi e servizi accessibili e allo stesso tempo inclusivi può consentire la partecipazione di coloro che sarebbero esclusi per la presenza di barriere architettoniche, percettive, alla comunicazione, relazionali.
La riapertura dei musei è un’opportunità da cogliere
Il tema dell'accessibilità dei musei sarà al centro dell'edizione 2020 della giornata di studio organizzata da ICOM Italia, in occasione della Giornata internazionale dei musei, dal titolo "Musei per l'eguaglianza: diversità e inclusione", che pone all’attenzione e alla riflessione di tutta la comunità museale il ruolo sociale degli Istituti culturali, la loro potenzialità nell’essere agenti di cambiamento, realizzando azioni per favorire la fruizione e la partecipazione da parte di tutte le persone.
Armando de Salvatore
Centro regionale per l'accessibilità e il benessere ambientale - CRABA
Il CRABA di LEDHA pone tra i suoi obiettivi il favorire l’accessibilità e l’inclusione degli spazi privati, comunitari e pubblici come i musei.
Tra i suoi servizi offre gratuitamente il supporto alle realtà museali per favorire questo processo partecipativo e fornire supporto tecnico.