Verrą attivato, gią a partire dalla prossima settimana, un Gruppo di lavoro per la scrittura congiunta del Piano territoriale per la riattivazione dei servizi dopo l'emergenza Coronavirus
Si è svolto nella giornata di ieri l'incontro richiesto da ACI Welfare Lombardia, Anffas Lombardia, Ledha, Arlea, Ceal, Cnca e Uneba a Regione Lombardia per la riattivazione dei servizi rivolti alle persone con disabilità e fragilità a seguito della chiusura imposta dalle misure di contenimento del Covid-19. All'incontro hanno partecipato Giulio Gallera, assessore al Welfare, e Stefano Bolognini, assessore alle Politiche sociali, abitative e disabilità. Tema centrale dell'incontro - sollecitato più volte dalle organizzazioni già a partire dal 6 aprile - l'esigenza di dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 8 del DPCM 26 aprile 2020 che prevede la possibilità di riattivare i servizi sociali e sociosanitari per le persone con disabilità in base ai Piani territoriali adottati dalle Regioni.
Il primo, importante risultato emerso dal confronto, è stata la completa disponibilità di Regione Lombardia ad attivare, già a partire dalla prossima settimana, un Gruppo di lavoro, anche con i rappresentanti di Anci, per la scrittura congiunta del Piano territoriale. Il Piano territoriale riguarderà i servizi rivolti alle persone con disabilità di ogni età, così come i servizi per i minori e quelli dell'intera area della salute mentale, compreso quindi anche quelli delle dipendenze e della psichiatria.
L'obiettivo del Gruppo di lavoro è quello di assicurare, nel minor tempo possibile, l'elaborazione di un documento che garantisca l'attuazione di una "Fase due" efficace e rispettosa dei diritti e della salute di tutti i soggetti coinvolti: persone con disabilità, familiari, operatori. Questo obiettivo può essere raggiunto solo ed esclusivamente attraverso una diversa strutturazione degli interventi, che siano in grado di offrire supporti flessibili e personalizzati. Mantenendo, dove possibile e dove gli esiti sono stati positivi, quelle modalità di intervento che sono state sperimentate durante la chiusura forzata dettata dalle misure di contenimento del Covid-19.
Restano tuttavia alcuni importanti nodi da risolvere, tra cui il tema della sostenibilità economica. Le associazioni hanno chiesto a Regione Lombardia e ad Anci che alle unità di offerta socio-sanitarie e socio-assistenziali semiresidenziali venga corrisposta l'intera quota stabilita in sede di bilancio dato anche che molte realtà hanno continuato comunque a operare, nelle diverse forme possibili, in favore delle persone con disabilità e fragilità in genere.