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31 Ottobre 2007

Pagare il giusto: anche nelle strutture riabilitative. La posizione della LEDHA

LEDHA con una lettera inviata ai Comuni ed agli Enti gestori richiama al rispetto della legge sulla partecipazione alla spesa dei servizi anche verso le persone presenti in strutture riabilitative.

La LEDHA ha inviato una lettera agli Enti gestori di strutture riabilitative ed ai sindaci lombardi per richiamare tutti al rispetto della legge sulla partecipazione al costo dei servizi, anche nel caso particolare delle persone con disabilità che frequentano le vecchie strutture riabilitative residenziali e semiresidenziali, denominate IDR e DDR.

Questi servizi non sono più previsti dopo il riordino operato dalla Regione Lombardia nel settore della riabilitazione. La Regione ha emanato lo scorso 26 giugno la delibera 8/5000 che proroga sine die gli standard di servizio previsti all'interno di queste strutture e, dal momento che esse rientrano di fatto nell'area socio-sanitaria, limita la quota di costo sostenuta dai fondi regionali, prevedendo che la quota di carattere sociale ricada sugli utenti. Su questo aspetto la Regione ha recentemente chiarito in una sua circolare come "ovviamente tale decisione non intendeva esonerare i Comuni (...) dal valutare la possibilità di intervenire nel pagamento di tale quota,..."

Un tema questo da tempo al centro dell'attenzione della nostra federazione che ha portato lo scorso ottobre ad inviare una lettera a tutti i sindaci della Lombardia per chiarire i termini entro i quali le amministrazioni possano richiedere forme di partecipazione alla spesa dei servizi alle persone con disabilità. Oggi la LEDHA riprende in mano carta e penna per inviare una ulteriore lettera di precisazione sia agli Enti gestori dei servizi che agli enti locali coinvolti nel provvedimento. Nei testi delle due lettere la posizione della LEHA appare estremamente chiara.

" a seguito della D.g.r. in oggetto alcuni enti gestori hanno emesso fatture richiedendo alle famiglie delle persone che frequentano i centri diurni la quota di compartecipazione al costo del servizio di € 15,00 indicata in delibera.
Tale quota va ricondotta alla c.d. quota socio-assistenziale presente in tutte le prestazioni socio-sanitarie. È quindi evidente che essa non possa essere addossata direttamente e totalmente alle famiglie, ma se ne debba far carico l'amministrazione comunale competente.
Infatti compete agli enti locali la titolarità delle funzioni amministrative relative ai servizi sociali - inclusi quelli a rilevanza sanitaria - dei propri cittadini (art. 6, legge 328/2000; art. 3, comma 2° D.p.c.m. 14.2.2001; artt. 131 e 132 D.lgs. 112/1998; l.r. 1/1986 ; l.r. 31/1997).
Ciascun ente locale, applicando la normativa ISEE (D.lgs. 109/1998 come modificato dal D.lgs. 130/2000) può determinare la quota di contribuzione a carico di ciascun utente in relazione alla sua situazione economica."
Una precisazione importante anche per gli Enti gestori a cui la LEDHA chiede in particolare di "desistere nella richiesta della quota in questione alle famiglie e di rivolgersi alle amministrazioni comunali che hanno in carico gli utenti."

Precisazioni e richieste che la LEDHA auspica possano venire rapidamente accolte per far uscire dall'incertezza e dal disagio le centinaia di famiglie interessate dal provvedimento.

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