Ancora non ci sono certezze sull'attivazione dei servizi di assistenza e trasporto per il prossimo anno scolastico. Le due associazioni tornano a chiedere alle Istituzioni di attivarsi.
Mancano pochi mesi all’inizio del nuovo anno scolastico. Ma per le mamme e i papà di bambini e ragazzi con disabilità non ci sono certezze: a poche settimane dalle vacanze estive, ancora non sanno se a settembre i loro figli potranno iniziare a frequentare le lezioni assieme ai loro compagni di classe. A oggi, infatti, le istituzioni non si sono ancora attivate per dare alle famiglie (e alle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità) rassicurazioni rispetto all’attivazione completa e tempestiva dei servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità.
Per questo motivo, in vista dell’inizio dell’anno scolastico 2016-2017 LEDHA- Lega per i diritti delle persone con disabilità in collaborazione con FAND (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità) rilanciano la campagna “Vogliamo andare a scuola!” per chiedere alle Province e alla Città Metropolitana di Milano di attivare tempestivamente e in maniera completa i servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità.
Come già lo scorso anno, lo strumento individuato sono delle lettere/diffida che i genitori di bambini e ragazzi con disabilità possono inviare alla propria Provincia di residenza o alla Città Metropolitana di Milano per chiedere l’attivazione dei servizi necessari ai propri figli: assistenza alla comunicazione, assistenza educativa, trasporto e ausili specifici.
Lo scorso anno, sono state 120 le famiglie che hanno scritto la lettera/diffida alla propria Provincia o alla Città Metropolitana di Milano. L'estate 2015 è stata successivamente caratterizzata da un lungo confronto tra LEDHA e gli enti locali coinvolti. Un confronto a tratti difficile ma che - in alcuni contesti - si è potuto risolvere grazie a un positivo impegno da parte delle Province. Laddove c'è stata un'attivazione, anche se parziale, di tali servizi o dove è stato proposto un accomodamento ragionevole, le famiglie non hanno dato seguito alla diffida.
Più complessa invece la situazione in altri territori dove alcune famiglie, supportate da LEDHA, hanno deciso di percorrere la via giudiziaria per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli. Dodici famiglie hanno presentato ricorso contro le rispettive province e la Città Metropolitana, supportate dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi e da LEDHA, che le ha affiancate nelle aule dei tribunali e ha sostenuto anche per la maggior parte i costi dei ricorsi stessi.
“Tutti i genitori che hanno intrapreso la strada del ricorso contro la Città Metropolitana di Milano, le Province di Monza e Pavia hanno avuto giustizia. Ottenendo l’erogazione dei servizi nella misura corrispondente alle effettive esigenze dei loro figli, così come dovrebbe accadere per tutti gli alunni e gli studenti con disabilità in base alla nostra normativa”, spiega Alberto Fontana, presidente di LEDHA.
“Come associazioni di persone con disabilità è nostro compito non solo affiancare le famiglie che chiedono il rispetto delle norme. Ma soprattutto vigilare affinché tali norme non vengano sottoposte a revisione - conclude Donatella Morra, coordinatrice di LEDHAscuola -. Alle Istituzioni, a partire da quelle più vicine ai cittadini, chiediamo di cooperare con noi nella difesa dei diritti e delle pari opportunità di tutti, nessuno escluso”.
Anche FAND Lombardia ha contribuito con varie iniziative messe in campo dalle Associazioni federate. Nell’autunno del 2015 FAND Lombardia si è scontrata duramente con l’Unione Province Lombarde (UPL) ottenendo l’impegno a erogare i servizi di supporto all’inclusione scolastica almeno per l’intero anno scolastico 2015-2016. “La Sezione milanese dell’UICI - racconta Nicola Stilla, presidente di FAND Lombardia - ha anche presentato un ricorso al TAR contro la Città Metropolitana a cui è stata contestata la mancata attivazione degli interventi tiflodidattici e tifloinformatici a favore degli studenti con disabilità sensoriali residenti nella Provincia di Milano”.
Il Tar Lombardia non solo ha ritenuto fondato il ricorso, ma ha confermato che “l’inserimento scolastico dei minorati della vista rientra tra le competenze della Provincia in base a diverse norme” e che gli interventi tiflodidattici e tifloinformatici costituiscono “un elemento necessario per l’integrazione scolastica dei minorati della vista”.
“Nonostante i risultati conseguiti insieme a LEDHA – aggiunge Nicola Stilla – ancora oggi ci troviamo davanti al balletto delle responsabilità e all’assoluta incertezza per il nuovo anno scolastico. Siamo convinti che il diritto allo studio sia un diritto anche e soprattutto per gli alunni e gli studenti con disabilità. Per questo motivo ci adopereremo con tutte le nostre forze per ottenere l’applicazione integrale della sentenza del TAR Lombardia”. L'auspicio è che gli amministratori intervengano tempestivamente e “non ci costringano, ancora una volta, a scendere in piazza a fianco delle famiglie dei nostri ragazzi”, conclude Stilla.
I fac simile delle due lettere, predisposti dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, oltre che le istruzioni per l’invio e gli elenchi dei destinatari, sono disponibili sul sito di LEDHA a questo link.