Scuola, servizi sociali, lavoro e barriere le tematiche su cui i legali sono stati chiamati a intervenire pił spesso. Avviate 137 pratiche per discriminazione. Fontana: "Numero di richieste ben oltre le previsioni".
Tempo di bilanci per il Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. Durante i primi sei mesi di attività del centro (presentato ufficialmente il 25 giugno 2015) sono state 609 le persone che hanno contattato l'associazione – via mail o telefono – per chiedere informazioni. Di queste, 353 pratiche sono state passate al servizio legale, mentre a tutte le altre è stato possibile dare una risposta direttamente dall'operatore, attraverso un'attività di prima informazione e orientamento.
In questi sei mesi di attività, però, sono pervenute anche delle richieste che, pur non riguardando concrete situazioni di discriminazione giuridicamente vietate, sono state ugualmente prese in carico dai legali. Nel dettaglio sono state 111 le pratiche relative a casi senza discriminazione e 137 (pari al 38% del totale) le pratiche relative a casi di discriminazione. A queste vanno poi aggiunti altri 105 casi “dubbi”.
Per quanto riguarda le pratiche chiaramente discriminatorie, la tematica su cui il servizio legale del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” è stato chiamato più spesso a intervenire è stata la scuola (133 pratiche avviate, quasi il 38% dei casi). Seguono il tema dell'accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie (11,4% dei casi), la compartecipazione al costo dei servizi socio-sanitari (8,5%) e il lavoro (8%). Seguono la tutela giuridica (6,1%) e le barriere architettoniche (quasi il 5%).
“Il numero di richieste e segnalazioni è alto, ben oltre le previsioni – commenta il presidente di LEDHA, Alberto Fontana -. La nostra associazione si conferma un punto di riferimento importante per tutte le persone con disabilità e i loro familiari, operatori e volontari, che ritengono di subire una situazione di ingiustizia e discriminazione”.
Non per tutti questi casi, però, si è arrivati davanti al giudice. In 142 casi, i legali del centro hanno fornito semplici suggerimenti e consigli orientativi di natura legale di carattere generale. Un livello più “approfondito” di intervento ha riguardato 254 casi che hanno richiesto vere e proprie consulenze legali, sia attraverso consulti orali, sia con la redazione di pareri legali scritti.
Nei casi in cui questo livello di intervento non sia stato sufficiente a contrastare la situazione di discriminazione, i legali sono intervenuti in sede stragiudiziale attraverso un incontro con la controparte o redazione di diffide scritte (50 casi). Solo quando non è possibile raggiungere un accomodamento, si arriva al ricorso in Tribunale (15 casi).
Il Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” si inserisce nel solco dell'attività del Servizio Legale di LEDHA, attivo già da diversi anni. E si pone due principali obiettivi operativi. In primo luogo far crescere la consapevolezza delle persone con disabilità nel riconoscere e individuare le situazioni di discriminazione vietate dalla legge. Spesso, infatti, la vita quotidiana delle persone con disabilità è caratterizzata da situazioni che vengono considerate “normali” (e quindi accettabili) che non vengono riconosciute come discriminatorie. È “normale” che alcuni luoghi non siano accessibili o che non ci sia assistenza scolastica. Da questa situazione “deriva” il secondo (ma non secondario) obiettivo dell'attività del Cento Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”: contrastare concretamente le situazioni di discriminazione diffuse nella nostra società.
“L'attività del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” non sarebbe stata possibile senza l'impegno di quelle associazioni che hanno deciso di sostenere il progetto fin dall'inizio - conclude il presidente Alberto Fontana -. Questi primi sei mesi sono stati caratterizzati da un'intensa attività. L'anno che abbiamo di fronte sarà un anno di consolidamento del lavoro svolto, ma anche e soprattutto di ulteriore sviluppo e formazione dell'identità del centro”.