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17 Giugno 2013

Trasporto ferroviario, quando i regolamenti creano barriere

A un ragazzo con problemi motori, che si sposta in carrozzina ma riesce a camminare, il personale di Trenord non ha permesso di salire a bordo perché non c'è stato preavviso. De Luca (Servizio Legale): un comportamento discriminatorio.

Non bastavano i gradini e le altre barriere architettoniche che abbondano in tante piccole e medie stazioni ferroviarie della Lombardia. Anche alcuni regolamenti di servizio, di fatto, creano ostacoli insormontabili per le persone con disabilità che hanno esigenza di spostarsi. Come è successo lo scorso 8 maggio a un ragazzo con problemi motori che frequenta l'istituto professionale "Lorenzo Milani" di Meda cui il personale di bordo ha vietato di salire sul treno. Motivazione: la scuola non aveva avvertito Trenord almeno 48 ore prima della partenza, come previsto dalle Condizioni generali di trasporto di Trenord.

Tuttavia il Regolamento Europeo n. 1371/2007 (che dal 2010 ha efficacia vincolante in tutti i paesi della Ue) stabilisce che quando una persona con disabilità richiede l'assistenza per la salita/discesa dal treno, lo deve fare con almeno 48 ore di anticipo. Ma non obbliga il passeggero a richiedere necessariamente tale assistenza per poter viaggiare. La norma europea stabilisce testualmente che "in assenza di notifica, l'impresa ferroviaria e il gestore della stazione compiono ogni sforzo ragionevole per fornire l'assistenza necessaria alla persona con disabilità per poter viaggiare".

"Noi non abbiamo fatto la segnalazione perché il ragazzo poteva salire sul treno con le proprie gambe", spiega Natalino Gimmelli, insegnante di sostegno e referente disabilità dell'istituto. Il ragazzo, infatti, si sposta in carrozzina, ma se viene adeguatamente sostenuto riesce a camminare per brevi tratti e salire i gradini. E quel giorno, ad accompagnare la classe durante il viaggio, c'erano ben tre insegnanti. "Non avevamo intenzione di chiedere l'utilizzo della pedana, per questo non abbiamo allertato Trenord - sottolinea Gimmelli -. Ci saremmo aspettati un minimo di collaborazione e non certo questo divieto".

Un episodio che ha spinto Claudia Crippa, dirigente dell'istituto a presentare un formale reclamo attraverso la piattaforma dedicata sul sito di Trenord e a rivolgersi allo Servizio Legale di LEDHA. Per l'avvocato Gaetano De Luca, del Servizio Legale, il comportamento di Trenord è chiaramente discriminatorio: "La prassi di Trenord di imporre un periodo di preavviso anche a chi non abbia bisogno di assistenza costituisce una condotta che tratta le persone con disabilità in modo differenziato senza alcun fondato e ragionevole motivo", commenta il legale.

A questo episodio, ne è seguito uno molto simile pochi giorni più tardi, sempre in occasione di una visita scolastica. "La classe avrebbe dovuto andare a Milano e anche in questo caso abbiamo deciso di spostarci in treno partendo dalla stazione di Meda, che dista poche centinaia di metri dal nostro istituto", spiega la preside Crippa. E siccome all'interno della classe c'è anche un ragazzo con disabilità che si sposta con una carrozzina elettrica, la scuola ha allertato per tempo Trenord per richiedere l'assistenza necessaria. "Ma ci è stato consigliato di far partire il ragazzo da una stazione diversa, quella di Palazzolo", conclude la preside.

Malgrado le difficoltà, alla scuola non restano molte alternative:"Certo, potremmo noleggiare dei pullman appositamente attrezzati con la pedana - riflette Claudia Crippa -. Ma questo significa affrontare un costo molto più elevato che, in tempi di tagli al bilancio, è sempre più difficile sostenere".

 

I.S.

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