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20 Giugno 2012

LEDHA: "Contenti ma non soddisfatti"

A una settimana dalla manifestazione contro i tagli ai fondi sociali LEDHA stende un primo bilancio: “L’attenzione della Giunta Regionale è un segnale positivo importante ma non ancora sufficiente”.

LEDHA chiede alla Regione Lombardia di assumersi la responsabilità di garantire la continuità del mantenimento degli attuali livelli di servizi sociali. La Regione può e deve incrementare le risorse del Fondo Sociale Regionaleanche attraverso un aumento della quota sanitaria dei servizi socio sanitari, liberando risorse sul versante socio assistenziale e, in prospettiva, andando ad un superamento dell'ormai non più sostenibile linea di demarcazione tra fondo sanitario e fondo sociale.

La straordinaria partecipazione alla manifestazione "No ai tagli! Sì alla vita indipendente e all'inclusione nella società" è l'evidente conferma di come i tagli ai fondi sociali creino già oggi gravi problemi nella vita delle persone, con e senza disabilità, in Lombardia.

Un primo risultato positivo è stato ottenuto. Regione Lombardia, come annunciato dall'assessore Giulio Boscagli (Famiglia, conciliazione e solidarietà sociale), ha garantito l'incremento del Fondo Sociale Regionale da 40 a 70 milioni di euro. "Una decisione importante che apprezziamo perché, nella stagione dei tagli, la Regione decide di non ridurre le risorse che mette a disposizione del welfare locale -commenta Fulvio Santagostini, presidente di Ledha-. I problemi però sono ancora molti".

I tagli effettuati dallo Stato riducono infatti le risorse a disposizione dei Comuni di 70 milioni di euro. Una cifra importante a cui difficilmente tutte le amministrazioni potranno far fronte con risorse proprie.

Proprio per questo LEDHA chiede con forza ai Comuni lombardi di uscire allo scoperto e di assumersi la responsabilità di garantire la continuità dei servizi essenziali erogati fino a oggi alle persone, con e senza disabilità. "Non è accettabile che alcuni tagli prospettati vengano confermati, in particolare con riferimento progetti di vita indipendente e ai servizi domiciliari - puntualizza Fulvio Santagostini-. Il rischio è quello di costringere queste persone a rinunciare ai loro progetti di vita per essere istituzionalizzati".

Potrà inoltre accadere, ancora di più di quanto già non succeda, che persone con situazioni simili di bisogno ricevano trattamenti molto diversi: sia come possibilità di accesso ai servizi sia come richieste di partecipazione alla spesa. Proprio in questo momento di crisi è invece necessario garantire alle persone che si trovano in situazione di bisogno certezze sul proprio futuro.

LEDHA è quindi disposta a fare la propria parte nella fase di riforma del welfare lombardo, a condizione che si parta da alcuni fatti concreti, realizzabili in poco tempo:

- Garantire le risorse ai comuni per i servizi sociali territoriali, anche incrementando la quota con cui la Regione paga i servizi sociosanitari;
- Prevedere la "presa in carico globale" come primo diritto essenziale che deve essere riconosciuto a tutte le persone che lo richiedano;
- Definire, anche in forma sperimentale, i livelli essenziali di assistenza sociale;
- Orientare le risorse dei servizi in favore delle persone con disabilità al riconoscimento a tutti del diritto alla vita indipendente ed alla piena inclusione nella società.

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