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3 Luglio 2006

Diritto al Tempo Libero?

La riflessione di Marco Rasconi, presidente della UILDM di Milano, sul documento Diritto al Tempo Libero del Centro EmpowerNet Lombardia.

TEMPO LIBERO: DIRITTO O BISOGNO (O DOVERE)

A cura di Marco Rasconi
Presidente UILDM Milano, Unione Lotta alla Distrofia Muscolare

Quando si parla di integrazione sociale si parla principalmente di quei diritti fondamentali riconosciuti ora alla totalità dei cittadini dei paesi progrediti come il diritto allo studio, al lavoro e più genericamente a tutti quei diritti che permettono alla persona di partecipare alla vita sociale, pensando così di dare risposta a tutti i suoi bisogni. Abrham Maslow, psicologo del secolo scorso, raggruppò i bisogni fondamentali in una piramide, dove ognuno dei 5 gradini diveniva la base del successivo, a partire dai bisogni primari fino a giungere all'ultimo gradino rappresentante l'autorealizzazione. I bisogni, ed i conseguenti diritti detti precedentemente, possono essere inseriti idealmente nei primi 4 scalini della piramide e, anche l'accezione di impegno lavorativo nella maggior parte dei casi difficilmente rientra nell'ultimo. Parlando di bisogni e dei diritti conseguenti, difficilmente si fa riferimento, però, al tempo libero in quanto si tende a vedere questo aspetto come secondario della vita di una persona e come un qualcosa che deve realizzarsi senza l'aiuto della comunità. Ma se si riflette con più attenzione il tempo libero è quel momento in cui la persona esprime se stessa nella società e si forma come individuo e come parte di una collettività, senza restrizioni, sviluppando così la propria personalità e vivendo quelle esperienze che lo rendono unico. Da questo punto di vista il tempo libero rappresenta il momento principe della propria autorealizzazione intesa come formazione dell'individualità, ed al tempo stesso il punto di partenza per qualsiasi altro bisogno in quanto rappresenta la persona, che è l'unica detentrice di diritti.

Ragionando in questi termini ho descritto il tempo libero come l'esprimere se stessi senza limiti, senza barriere, e se questo è per lo più vero per le persone così dette normodotate, non lo è altrettanto per le persone con disabilità che incontrano ogni genere di barriere. La prima è ovviamente mentale. Non mi riferisco solo a quelle persone al di fuori dal mondo della disabilità che vedono il disabile come un persona che ha solo ed esclusivamente necessità e che non esiste al di fuori dell'ambiente che lo assiste, privo di orizzonte e voglia di esprimere il proprio io: mi riferisco a quelle barriere mentali presenti anche e proprio in molte persone con disabilità, le quali, come chiunque altro, sono influenzate dalla società e quindi non si sentono detentori di alcun diritto e divengono attori passivi della loro vita. C'è bisogno di uno sforzo duplice per spingere la persona con disabilità prima ad attivarsi e a sentirsi protagonista e successivamente a farsi portatore del messaggio verso la società. Ovviamente tra i tanti strumenti associativi a disposizione quello che sembra più efficace per spingere al primo step di questo percorso è il tempo libero in quanto non impone nulla e coinvolge la persona al punto di attivarla sia all'organizzazione di eventi associativi, sia nell'organizzazione del proprio tempo libero scoprendo i propri interessi ed il piacere di svilupparli. Il tempo libero diviene dunque un bisogno importante e sviluppa quindi un diritto che dobbiamo sentire e per cui bisogna lottare al pari di ogni altro per realizzare un integrazione completa della persona e lo sviluppo della individualità.
I bisogni ed i diritti sono ovviamente fortemente collegati, ma il diritto al tempo libero può far nascere anche una serie di doveri, in primis per le associazioni che devono farsi portatrici di un ideale di integrazione e di storie positive mai raccontate: eseprienze rappresentative, soprattutto per i protagonisti di quelle storie che ogni giorno devono e vogliono trovare la forza di lottare per crescere divenire parte integrante della società facendo quelle piccole grandi battaglie dal prendere un semplice caffè a pretendere pari dignità sul posto di lavoro. Battaglie combattute per se stessi, ma anche e forse soprattutto per gli altri.
E' solo aumentando i numeri delle persone che chiedono il rispetto dei diritti che la società si adegua.

*testo tratto dall'intervento realizzato durante il Seminario effettuato il 12 giugno 2006 a Milano presso la sede LEDHA durante il quale è stato presentato il documento Diritto al Tempo Libero realizzato dal Centro EmpowerNet Lombardia (in allegato).

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