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2 Settembre 2010

Scuola e disabilità: anno nuovo, vecchi problemi

Ogni anno l’inizio della scuola pone bambini con disabilità e genitori in una situazione di incertezza. Chi seguirà mio figlio? Per quante ore? Cambierà insegnante nel corso dello stesso anno? Come si troverà?

Queste le domande che assillano genitori preoccupati che spesso si trovano a fronteggiare da soli situazioni gravi e instabili senza sapere cosa fare o a chi rivolgersi.
Quest' anno, viste le premesse di una finanziaria sempre più orientata al contenimento e alla riduzione della spesa si preannuncia una ricaduta negativa sulla qualità dell'offerta scolastica verso i ragazzi disabili iscritti.

Dal documento di assegnazione dei posti di sostegno in Regione Lombardia di quest'anno (Ufficio Scolastico regionale - Prot. N. MIUR AOODRLO R.U. 12677, 28 luglio 2010) si rileva un netto peggioramento in tutte le province lombarde, del rapporto numerico insegnanti/alunni certificati.
Nello specifico si è passati su base regionale da 1 su 2,321 dell'anno scorso all'attuale 1 su 2,459.
A fronte di un aumento di 1830 certificazioni, c'è stato solo un aumento di 95 cattedre (invece delle 780 che avrebbero dovuto essere in base al rapporto relativo all'anno scorso).

Come si vede dal documento consultabile sul sito dell'Ufficio Scolastico regionale, il trend è andato via via peggiorando negli ultimi anni e la riduzione delle risorse disponibili con il rapporto insegnanti alunni è passata da 1 su 1,94 dell'A.S. 2006/07 a 1 su 2,06 nel 07/08, 1 su 2,11 nel 08/09, 1 su 2,28 nel 09/10 fino all'attuale 1 su 2,48, come se in questi 5 anni si fossero persi 372 insegnanti di sostegno.

La situazione dovrebbe peggiorare in tutte le province con eccezione di quelle di Lodi e Varese con un rapporto complessivo di 2:45, significativamente più alto di quel rapporto 1:2 previsto dalle leggi finanziarie.
Alcune situazioni appaiono ad oggi oggettivamente più critiche: Bergamo (-99 cattedre, anche se con un rapporto più basso rispetto alla media regionale 2,28) e Lecco (-10, con un rapporto pari a 2,39) e
Milano che nonostante un incremento di 65 cattedre passa da un rapporto 2,37 ad uno 2,51.
Tra le province più colpite quella di Bergamo quindi, anche se recentemente è stata diffusa la notizia, non ancora certa, che la provincia riavrà 90 posti di sostegno dei 99 che erano stati tagliati dall'organico da parte dell'Ufficio scolastico regionale. Questione che potrebbe avere ricadute sulle altre province lombarde.

"Il rapporto 1:1, anche nelle situazioni di maggiore gravità, è ormai una chimera - sostiene Donatella Morra, coordinatrice del Gruppo di Lavoro LEDHAscuola - e ai gravi già da qualche anno vengono assegnate 10, al massimo 12 ore di sostegno didattico. Se nelle ore rimanenti di orario scolastico la scuola non attiva tutte le sue risorse e non si predispone anticipatamente per l'accoglienza del disabile, coinvolgendo parimente nel percorso di inclusione docenti curricolari, assistenti di base (bidelli), assistenti all'autonomia messi a disposizione dall'Ente Locale e compagni di classe in funzione di tutor; se la scuola non rende obbligatoria la formazione del personale, l'alunno è destinato inevitabilmente al parcheggio in un'aula di sostegno, assieme ad altri disabili, o all'inerzia in classe, privo di stimoli e supporti personalizzati, a lui necessari per acquisire autonomie e competenze".

Le criticità che da qualche anno rendono ancora più penosa la situazione di molti alunni disabili, oltre che dei loro compagni "normali", riguardano anche, e forse in modo più significativo, l'affollamento delle classi e la presenza di un numero crescente di alunni con disabilità nella stessa classe. Nonostante il DPR 81/09 preveda all'art. 5. comma 2, il limite di 20 alunni nelle classi prime di ogni ordine e grado che ospitano alunni disabili, in molte prime classi, soprattutto di scuole secondarie (in particolare Istituti professionali) della nostra Regione tale soglia è abbondantemente disattesa o, se viene rispettata, vi si concentra un numero inaccettabile (anche 5 o 6) di alunni disabili , facendole assomigliare a classi differenziali o a sezioni di scuole speciali, di cui speravamo di aver perso memoria.
Altro tasto dolente sono gli interventi di competenza degli enti locali: assistenza educativa e trasporto. Interventi che per legge sono esigibili e gratuiti ma che molti enti locali, messi in seria difficoltà dai tagli del governo, tendono a ridurre chiedendo forme diverse ed illegittime di partecipazione alle spese da parte delle famiglie.

Significativo è anche il considerevole aumento dei numeri di bambini certificati, nonostante i tentativi di contenimento del fenomeno in atto da circa due anni. Si rivela sempre più necessario potenziare la formazione di tutto il personale scolastico e la preparazione specifica degli insegnanti di sostegno. La qualità dei percorsi scolastici e dell'integrazione non si misura infatti semplicemente in base alle ore di sostegno disponibili, perché sono molti altri i fattori ad entrare in gioco: l'organizzazione complessiva della scuola e il coinvolgimento degli enti locali.

"Come Associazioni di Persone con disabilità - prosegue Donatella Morra - cercheremo di affiancare le famiglie nella denuncia di tutte le violazioni che rischiano di fatto di invalidare il processo di integrazione degli alunni disabili nella scuola comune, avviato oltre trent'anni fa in Italia.
Le assisteremo in azioni extragiudiziali per ottenere le deroghe al sostegno, previste dalla Sentenza 80/2010 della Corte Costituzionale e recepite anche dalla Manovra Finanziaria correttiva (Decreto Legge 78/2010, art. 9, c.5), e per ottenere l'abbassamento del numero di alunni della classe in cui i figli sono inseriti. In caso queste iniziative non dovessero essere risolutive, le aiuteremo anche ad avviare ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale. Ma faremo nel contempo un grosso lavoro di proposta e di promozione culturale, ritenendo sempre più necessario potenziare il sistema di formazione iniziale e in itinere di tutto il personale docente (curricolare e di sostegno) ed educativo sulle tematiche dell'integrazione e della didattica speciale, migliorare l'organizzazione del sistema scolastico nel suo complesso, la qualità dei percorsi scolastici e dei modelli di valutazione dei risultati dell'integrazione".

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