Un’idea di Spazio Residenzialità: Guido De Vecchi, responsabile di Spazio Residenzialità illustra un modello per creare e sviluppare un sistema di residenzialità territoriale in rete.
Dalla solitudine alla condivisione
I Quattro "poli dell'abitare" sono nati dalla consapevolezza che la sfida della Casa per le persone con disabilità (ma non solo) possa essere vinta unicamente con un lavoro di rete sui territori, in profondo spirito di servizio reciproco tra le realtà coinvolte .
Il modello di riferimento è un territorio delimitato nello spazio e nella storia locale, in cui agiscono vari attori dell'associazionismo, della cooperazione e delle fondazioni sviluppando coesione sociale fra i cittadini che vi abitano, con particolare attenzione alle fasce deboli, in primis le persone con disabilità.
I poli mirano ad una dimensione che superi i confini territoriali - nel nostro caso - della città di Milano, entrando in una logica di città metropolitana che può facilitare le risposte alle persone con disabilità in questa grande area urbana.
I poli facilitano la rilevazione dei bisogni e la pianificazione delle risposte possibili sviluppando collaborazioni fra le realtà dello stesso territorio,limitando "le
solitudini"dei cittadini e delle organizzazioni, evitando ciò che si sta rilevando ad oggi: lo sviluppo di progettualità quasi esclusivamente dedicata alla disabilità medio lieve con caratteristiche relazionali.
Un Polo può trovare il coraggio anche di attivare progetti in rete per fasce più complesse della disabilità creando sistemi di protezione economico/organizzativi per la realtà del terzo settore che si candida ad essere referente del progetto.
L'abitare diffuso
Nel polo si sviluppa il concetto dell' "abitare diffuso", modello mutuato dal settore turistico che utilizza il termine "albergo diffuso".
Secondo il modello dell'"abitare sociale diffuso", in un territorio definito l'offerta abitativa è data da una rete di residenze non ubicate nello stesso spazio ma collegate fra loro, con stessi referenti amministrativi e gestionali.
Tale concetto nel mondo della disabilità permette di collegare fra loro realtà abitative differenti (anche con pesi assistenziali diversi ) che si adattano al progetto di vita degli inquilini creando economie di scala.
Il modello dell'abitare diffuso prevede quindi
Cosa mettere in rete su e con tale sistema stabile? Secondo il modello dell'abitare diffuso:
Potrebbe essere funzionale, a livello di definizione di bacino territoriale, utilizzare i seguenti indicatori
Fondamentale è l'individuazione di una "centrale operativa di coordinamento" del sistema, che sia da regia (non ha stretta necessità di una sede fisica, per la sua valenza per lo più virtuale) che sia punto di riferimento della rete territoriale, che razionalizzi e coordini l'allocazione e distribuzione delle risorse sui servizi, che definisca e monitori gli accordi di collaborazione, l'impiego del personale e delle risorse necessarie all'assistenza.
Si immagini che la centrale, una volta entrata in contatto e definito il "bisogno casa" di quella persona con disabilità che - a titolo esemplificativo - vive a casa da sola, individuerà la risorsa di rete più vicina per attivarla all'invio del persona a domicilio.
Ad un primo livello di analisi è possibile identificare come punti di forza del modello che mira alla costruzione di un sistema di residenzialità territoriale i seguenti elementi:
Questo modello richiederebbe a livello operativo poi una gestione unificata e pianifica dei trasporti, un'attivazione dedicata delle risorse volontarie, così come un'analisi, una valutazione e ricerca specifica delle risorse immobiliari.
A livello di criticità, si evidenzia sicuramente l'aumento di complessità gestionale ed organizzativa del sistema, che richiede un lavoro attento e sensibile di costruzione della rete su sensi e risorse condivisibili e la definizione di protocolli di collaborazione gestionali e contabili. Tale complessità aumenta - come si è già avuto modo di segnalare - la crucialità del governo della rete assunta dalla "centrale operativa" con ruolo di coordinamento, verifica e progettazione sul territorio.
Guido De Vecchi - responsabile Spazio Residenzialità