David Scagliotti, responsabile area disabilità della Cooperativa Azione Solidale, racconta i risultati delle prime sperimentazioni di vita indipendente.
"Forti di una lunga esperienza nella gestione dei Servizi Diurni - spiega David Scagliotti - grazie soprattutto al confronto con le persone che vivono queste situazioni, abbiamo sentito il crescente bisogno di rispondere all'esigenza di vita autonoma nelle persone con disabilità, divenute adulte. Abbiamo perciò cominciato a prendere contatti con altre associazioni che da tempo si occupavano della stessa tematica e così nacque il progetto".
Una volta individuato un appartamento che corrispondeva perfettamente alle specifiche, situato nella zona residenziale del quartiere di Moggiano (Milano, zona 7), è partito un percorso di sperimentazione della durata di un anno, con un gruppo di 16 famiglie, di cui 12 in gruppo di confronto.
"Prima di partire con la sperimentazione vera e propria - continua il responsabile - assieme ai nostri operatori le persone in questione hanno fatto conoscenza con i vicini, con i gestori del mercatino del commercio equo solidale che sorge nelle vicinanze e anche con il Parroco della zona, che gestisce il vicino oratorio. In questo modo l'inserimento è avvenuto in maniera graduale e spontanea".
A livello operativo il progetto è partito dapprima con sperimentazioni di breve durata, week-end o periodi di cinque giorni al massimo, per poi passare a periodi di un mese.
Le persone sono state suddivise in 3 gruppi di 4 persone, che hanno sperimentato a turno la vita in comune in appartamento. Successivamente si è scelto di suddividerli in maniera differente, poiché talvolta l'amicizia tra due o più persone non faceva che compromettere l'autonomia e magari aumentare la dipendenza tra le persone. In particolare le due donne hanno partecipato a questi gruppi in maniera trasversale.
Il gruppo è composto da personalità eterogenee. Alcuni sono caratterizzati da una disabilità intellettiva medio lieve, altri fisica, uno solo da disabilità fisica acquisita in età adulta dovuta ad un ictus.
"Vi sono perciò persone - continua Scagliotti - che già da tempo sono inserite nel mondo lavorativo e altre che fanno già parte di servizi diurni. Cerchiamo in ogni modo di fare sì che ciascuno mantenga la propria quotidianità".
Benché le persone abbiano sviluppato ottime capacità nel gestire la quotidianità, un operatore è comunque sempre presente nelle ore notturne per aiutare nella gestione di eventuali imprevisti o incidenti
Scagliotti spiega come inizialmente l'esperienza è stata vissuta come una specie di vacanza, anche per via dei brevi periodi lontano da casa, spesso accompagnata da un sentimento di euforia.
"Le prime sere andavano sempre a letto tardissimo per fare baldoria - racconta - invece con il sopraggiungere di esperienze di lungo periodo, hanno iniziato a prendere confidenza con l'ambiente, ad abbellire e fare propri gli spazi in cui vivevano. Ovviamente nelle situazioni di convivenza prolungata le dinamiche relazionali sono diventate più complesse e non sono mancate le discussioni".
Tuttavia ciò che emerge dall'attenta analisi di David Scagliotti è un bilancio positivo. Sono state infatti solo due le persone a ritirarsi dalla sperimentazione, a causa dell'improvviso aggravamento della situazione in cui versavano, mentre le altre si sono dette soddisfatte di questa nuova esperienza.
Via Manzano 9
Tel.02/48304931