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13 Giugno 2025

Più risorse per i caregiver familiari

Il numero di maggio della newsletter dell’Osservatorio Human Hall dedica un approfondimento al decreto interministeriale che rafforza il sostegno ai caregiver familiari. Il secondo focus è dedicato alla violenza di genere

Il quarto numero della “Diritti a ostacoli” pubblicata dall’Osservatorio Human Hall sui diritti delle persone con disabilità si concentra su due temi centrali per i diritti delle persone con disabilità: il sostegno ai caregiver familiari e il contrasto alla violenza di genere.

Sul primo fronte, viene segnalata la pubblicazione del decreto interministeriale che stanzia 30 milioni di euro per il 2024 a favore dei caregiver familiari. Le risorse, in crescita rispetto agli anni precedenti, saranno assegnate alle Regioni, con priorità per interventi rivolti a persone con disabilità gravissima e percorsi di deistituzionalizzazione. Tuttavia, l’efficacia del provvedimento è limitata da criteri economici restrittivi, da iter burocratici complessi che rappresentano un ulteriore ostacolo per i potenziali beneficiari. Questo esclude numerosi caregiver che, pur vivendo in condizioni di forte pressione, non rientrano nei parametri previsti.

Il secondo focus della newsletter è dedicato al fenomeno della violenza nei confronti delle donne con disabilità, che continua a essere sottostimato e poco riconosciuto, anche da parte dei servizi preposti alla prevenzione. In questo contesto si inserisce il progetto Artemisia, promosso da fondazioni milanesi e reti antiviolenza della Città Metropolitana di Milano. Il progetto ha formato oltre 200 operatrici e operatori, migliorato l’accessibilità di centri antiviolenza e case rifugio, promosso iniziative culturali e prodotto materiali informativi accessibili.

Di particolare rilievo è il lavoro del gruppo di autorappresentanza, composto da persone con disabilità intellettiva, che ha tradotto in linguaggio facile da leggere (easy to read) le linee guida del progetto, rendendo così i contenuti comprensibili e fruibili da un pubblico più ampio. Un contributo concreto all’inclusione e all’autodeterminazione delle donne con disabilità.

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