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30 Maggio 2025

Come fenici

Il saggio di Arianna Taddei sottolinea la necessitą di implementare una pedagogia dell'emancipazione, che favorisca l'empowerment delle donne con disabilitą

Arianna Taddei, ricercatrice in Pedagogia speciale presso il dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo dell’Università di Macerata, nel saggio "Come fenici. Donne con disabilità e vie per l'emancipazione" (Franco Angeli, 2020) affronta la condizione nella quale ancora oggi si trovano molte donne con disabilità, ne analizza le cause e cerca di ipotizzare possibili interventi volti a migliorare tale condizione.

L’autrice parte da un assunto semplice, incontrovertibile e molto preoccupante: ancora oggi sono molte, troppe, le donne con disabilità che sono vittime di discriminazioni multiple, cioè sono discriminate per il fatto di essere donne, di avere una disabilità, magari di vivere in contesti di povertà ecc.

Il saggio prende avvio da un’analisi storica ed epistemologica per capire come si sia affrontato l’argomento, a partire dai feminist studies e dai disability studies, dove per lungo tempo i primi hanno faticato a cogliere le peculiarità e le differenze delle condizioni di vita e dei problemi delle donne con disabilità ed è stato come se esse fossero invisibili all’interno di questo movimenti. Anche i disability studies hanno fatto fatica a cogliere il discorso del genere, quindi le peculiari difficoltà, ma anche dei bisogni delle donne con disabilità rispetto, non solo alle donne senza disabilità, ma anche agli uomini con disabilità: differenze di opportunità di formazione e di inserimento lavorativo, molte più probabilità di subire molestie sul lavoro e dagli stessi caregivers, in definitiva meno opportunità di emancipazione personale e sociale.

È però possibile anche per donne con disabilità raggiungere i propri obbiettivi e una condizione di vita soddisfacente: questo la Taddei lo dimostra presentando tre storie di vita di donne con disabilità, storie molto diverse fra loro, diverse sono le condizioni di vita di partenza, come diversi sono gli obbiettivi che ognuna di loro raggiungerà, mettendo in campo strategie che di volta in volta strategie che meglio le conducono all’esito desiderato.

In prospettiva futura, afferma la Taddei, c’è bisogno di implementare una pedagogia dell’emancipazione che favorisca l’empowerment delle donne con disabilità, ma per far questo bisogna agire a tutti i livelli della società, a cominciare dalla prima agenzia educativa che è la scuola. Tutto questo deve avvenire nell'alveo della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che sancisce la necessità che le persone con disabilità, e in questo caso specifico le donne, siano protagoniste, vengano coinvolte, siano protagoniste laddove si legifera e si prendono decisioni che le riguardano.

Donata Scannavini

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