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6 Ottobre 2020

Protocollo Cei-Governo, una risposta che soddisfa a metą

Il Governo e la CEI hanno risposto alle richieste di LEDHA, precisando che il testo non era orientato a discriminare. Manfredi: la frase si presta a interpretazioni differenti

Nei mesi di giugno e luglio, LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha lanciato due appelli (qui e qui) per chiedere la cancellazione di un passaggio potenzialmente discriminatorio del Protocollo stipulato il 7 maggio tra il Governo italiano e la Conferenza episcopale italiana (CEI) con cui si disciplina la riapertura delle funzioni religiose al popolo, all'indomani dell'emergenza Coronavirus.

LEDHA ha chiesto di cancellare il paragrafo 1.8 protocollo che stabilisce di favorire "per quanto possibile, l'accesso alle persone diversamente abili (sic), prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente".

Le richieste di LEDHA sono state raccolte dai deputati Lisa Noja e Marco Di Maio, che il 31 agosto hanno presentato alla Camera un'interrogazione a risposta scritta chiedendo "quali iniziative intendano assumere (il presidente del Consiglio e il Ministro dell'Interno, ndr) per porre rimedio alla potenziale discriminazione ai danni delle persone con disabilità" a seguito dell'adozione del Protocollo. "E, in particolare, se non ritengano di assumere le iniziative di competenza, d'intesa con l'altra Parte contraente, volte alla modifica della previsione contenuta nel paragrafo 1.8 del protocollo del 7 maggio 2020", si conclude l'interrogazione.

Nei giorni scorso, il ministero dell'Interno ha risposto con queste parole: "Il presunto contenuto discriminatorio (...) è stato oggetto di segnalazioni da parte di alcune associazioni rappresentative di persone con disabilità, in riscontro alle quali il Ministero dell'interno ha già chiarito che la previsione contenuta nel testo del protocollo è stata orientata non certo a discriminare ma, al contrario, a dimostrare una particolare 'sensibilità' nei confronti delle persone con disabilità, prevedendo una specifica attenzione per le loro particolari esigenze e promuovendo pari opportunità, inclusione e partecipazione attiva".

Anche la CEI -che aveva già risposto alle sollecitazioni di LEDHA- ha dichiarato che non vi è nessuna volontà discriminatoria da parte del Protocollo nei confronti delle persone con disabilità. Al contrario, l'inserimento del paragrafo dimostrerebbe "un'attenzione specifica e particolare per le persone con disabilità".
 
Apprezziamo la precisazione sul fatto che il protocollo, nel passaggio riferito alle persone con disabilità, non aveva alcun intento discriminatorio -commenta il presidente di LEDHA, Alessandro Manfredi-. Tuttavia, siamo insoddisfatti per la mancata volontà di modifica del testo perché quella formulazione si presta a interpretazioni differenti, compresa quella discriminatoria”.

 

 

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