Il numero di chiamate pervenute nel 2020 è in linea con quello degli anni precedenti, ma i legali hanno osservato un "arretramento" da parte delle persone con disabilità sulla consapevolezza dei loro diritti
Il bilancio 2020 delle attività del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi (CAFB) di LEDHA non poteva non riflettere le conseguenze della pandemia da Covid-19. Se da un lato il numero di richieste (997) pervenute al Centro tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020 è in linea con quelle degli anni precedenti, l’analisi dei dati raccolti evidenzia un elevato numero di richieste di informazione e consulenze riguardanti le ripercussioni che la pandemia ha avuto nella vita delle persone con disabilità.
A differenza degli anni scorsi la relazione di attività del Centro Antidiscriminazione vuole soffermarsi sull’impatto che la pandemia ha avuto sulla consapevolezza che le persone con disabilità e le loro famiglie hanno dei propri diritti e fotografa (con nostra grande preoccupazione) una sorta di “arretramento” da questo punto di vista. Se negli anni precedenti alla pandemia questa consapevolezza aveva raggiunto "buoni livelli anche grazie alla presenza di un ampio quadro normativo vincolante”, nel corso del 2020 “si è assistito ad una sorta di blackout, dovuto all’emergenza epidemiologica da Covid-19, per la gestione della quale sono stati promulgati nel tempo diversi provvedimenti legislativi e amministrativi, spesso complessi da comprendere e interpretare”, si legge nel testo della Relazione di attività del CAFB.
“La consapevolezza dei diritti sull’inclusione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità, ad esempio, ha subito un rallentamento. Quasi un congelamento -commenta Laura Abet, avvocato del Centro Antidiscriminazione di LEDHA-. Sebbene durante la pandemia siano state emanate specifiche disposizioni a tutela dei diritti degli alunni con disabilità, poche famiglie si sono attivate perché questi diritti venissero garantiti”. Per far fronte a questa situazione, i legali del Centro hanno quasi dovuto ricominciare da capo una vera e propria campagna finalizzata all’accrescimento della consapevolezza dei diritti al fine di sostenere le persone.
“La pandemia ha avuto una serie di conseguenze negative sulla vita delle persone con disabilità e dei loro familiari, purtroppo anche per quanto riguarda la consapevolezza dei propri diritti commenta Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA-. Come Centro Antidiscriminazione abbiamo fatto il massimo per rafforzare la nostra attività e abbiamo potenziato il nostro servizio di consulenza. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che in questa fase di ‘affievolimento’ dei diritti sia più che mai importante rafforzare l’attività di tutela a favore delle persone on disabilità”.
Nei mesi di febbraio e marzo, in concomitanza con l’adozione delle disposizioni di emergenza, il numero dei contatti al centralino del CAFB ha subito un importante incremento, soprattutto durante di “lockdown duro”. Per far fronte a questa impennata di domande, il Centro Antidiscriminazione ha potenziato il proprio servizio di consulenza e orientamento garantendo, a partire dal mese di febbraio, la disponibilità telefonica di un legale durante i giorni feriali. I temi al centro delle richieste pervenute al CAFB (in particolare, a febbraio, marzo e negli ultimi mesi dell’anno) riguardavano chiarimenti in merito ai DPCM e ai decreti-legge che introducevano importanti misure per le persone con disabilità e i loro familiari (permessi lavorativi, congedi parentali, sorveglianza attiva e lavoro agile, possibilità di uscita per le persone con particolari disabilità e altre situazioni specifiche).
“Durante un anno così difficile come il 2020, il Centro Antidiscriminazione ha dimostrato di sapersi adattare quasi in tempo reale alle richieste ricevute -conclude Laura Abet-. Le persone che si sono rivolte a noi in questi mesi lo hanno fatto perché non riuscivano a trovare altrove le risposte di cui avevano bisogno, in particolare per comprendere i contenuti dei DPCM”.
La storia del CAFB
Il Centro Antidiscriminazione di LEDHA, intitolato alla memoria di Franco Bomprezzi, ha cominciato a svolgere la propria attività a partire dal 1° luglio 2015, grazie al sostegno iniziale di Fondazione Vismara, Fondazione Cariplo, Telethon, Aisla e Linklaters, incrementando il suo operato sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo. Attualmente il Centro viene sostenuto dalla Fondazione Vismara e dalla Fondazione di Comunità di Cariplo
Il mandato del Centro è l’attuazione e promozione del nuovo approccio giuridico e culturale alla disabilità, introdotto e reso vincolante dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato con legge n.18 del 3 marzo 2009. Una Convenzione che vincola prima di tutto gli “Stati parti”, cioè quelli che l’hanno firmata e ratificata, a rispettarne i dettami e, in particolare, a essere parte attiva per raggiungere lo scopo di “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità".
Il testo integrale della relazione del CAFB