Campagna promossa da LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità - per sostenere l'attività del proprio Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi.
Attraverso l'attività di avvocati specializzati, LEDHA offre informazioni e consulenza alle persone con disabilità e alle loro famiglie: la consapevolezza di essere vittima di discriminazione è il primo passo per conoscere i propri diritti e per poterli tutelare. Inoltre il Centro assiste gratuitamente le persone con disabilità vittime di discriminazione, garantendo loro l'accesso alla giustizia e rappresentandone le istanze di fronte alle istituzioni.
Ogni giorno le persone con disabilità subiscono comportamenti discriminatori e lesivi dei loro diritti e della loro dignità. Nelle scuole ci sono bambini e ragazzi che non ricevono assistenza scolastica. Ci sono locali pubblici inaccessibli per la presenza di barriere architettoniche. La mancanza di fondi diventa sempre più spesso una giustificazione per il taglio di servizi essenziali.
Difendere i diritti è un dovere che richiede tempo, competenza, energia, passione... ma anche risorse economiche. Il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, per mantenere autonomia e indipendenza, deve poter contare su risorse proprie.
Dal 2013 LEDHA ha quindi deciso di realizzare almeno una volta all'anno una raccolta fondi. Per i primi due anni sono stati organizzati dei concerti. Dal 2016 l'appuntamento annuale è con la Lotteria LEDHA.
Nel 2015 LEDHA ha lanciato la Campagna "Vogliamo andare a scuola" per chiedere l'attivazione dei servizi di assistenza alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale e di assistenza educativa e trasporto per gli studenti con disabilità delle scuole superiori. Attualmente la campagna rappresenta un valido strumento per tutelare in modo più ampio il diritto allo studio degli alunni con disabilità.
Nonostante la legge sull’integrazione scolastica (n. 517/1977) abbia messo fine alle classi speciali e abbia sancito il diritto per i bambini e i ragazzi con disabilità a frequentare “la scuola di tutti” le difficoltà non mancano. Spesso la scuola non è in grado di offrire tutti quei servizi di cui bambini e ragazzi con disabilità hanno bisogno per poter frequentare le lezioni su base di uguaglianza con gli altri studenti.
Quali sono gli ostacoli alla “scuola per tutti”
Ci troviamo in una società in cui le barriere architettoniche, i regolamenti scolastici, la mancata organizzazione scolastica e la carente disponibilità di fondi, rappresentano scusanti (illegittime) per poter rifiutare a un bambino o a un ragazzo con disabilità una piena partecipazione alla vita scolastica, alle gite di classe o ai campi estivi. Inoltre, spesso, viene assegnato un monte ore inferiore rispetto a quello previsto dal piano educativo per l’assistenza educativa o l’assistenza alla comunicazione. Oppure si assegna un insegnante di sostegno a più bambini con disabilità. Abbiamo poi a che fare con studenti stranieri con disabilità, che sono spesso soggetti a molteplici forme di discriminazione proprio in virtù della loro doppia condizione di svantaggio, legata al colore della pelle e alla loro disabilità.
Si parla di situazioni che espongono bambini e ragazzi con disabilità a una discriminazione, che può essere sanzionata in base alla legge 67/2006 che vieta ogni forma di discriminazione basata sulla disabilità.
Occorre ricordare che nessun problema di carattere gestionale, economico o politico può giustificare la mancata attivazione di servizi necessari o il mancato riconoscimento di diritti fondamentali, quali il diritto allo studio. Come recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale: “È la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio e non l'equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione”.
Quali sono gli obiettivi della campagna
LEDHA ritiene di fondamentale importanza tutelare bambini e ragazzi con disabilità, così da porli in condizioni di uguaglianza con gli altri nella società e a scuola. Attraverso la campagna “Vogliamo andare a scuola” LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità
• chiede alle istituzioni, che ricoprono un importante ruolo nella difesa e nella tutela dei diritti, l'intervento attivo e una piena cooperazione nella difesa dei diritti e delle pari opportunità di tutti, nessuno escluso; • continua le proprie attività di informazione nei confronti delle famiglie dei diritti dei loro figli anche attraverso le oltre 200 associazioni che compongono la federazione; • raccoglie le segnalazioni delle famiglie e si rende disponibile ad affiancare la famiglia qualora si decida di percorrere la via giudiziaria per ottenere il rispetto dei diritti dei propri figli; • attiva e promuove corsi di formazione, volti a informare e a sensibilizzare amministratori pubblici, responsabili e coordinatori di servizio, insegnanti curriculari e di sostegno, educatori, assistenti sociali, famiglie e cittadini.
APPUNTI PER LA PROSSIMA LEGISLATURA (elezioni regionali e politiche - marzo 2018)
“In queste prime settimane di campagna elettorale abbiamo avuto modo di constatare come - purtroppo- il tema della disabilità non abbia trovato posto nelle agende dei partiti che parteciperanno alle elezioni Regionali e Politiche del prossimo 4 marzo”. Si apre con queste parole la lettera aperta dal titolo "Disabilità: appunti per la prossima legislatura", che Alberto Fontana, presidente LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità, ha inviato ai candidati alle prossime elezioni regionali.
Una lettera in cui vengono toccati principali temi relativi ai diritti delle persone con disabilità e alle sfide che dovranno essere al centro delle attività della prossima Giunta e del Consiglio Regionale. “Il nostro auspicio e la nostra richiesta è che Regione Lombardia si ponga l’obiettivo di diventare la regione italiana all’avanguardia nel rispetto dei diritti umani di tutte le persone con disabilità, a patire dal diritto alla vita indipendente e all’inclusione nella società”, scrive Fontana.
All'interno di questa sezione pubblicheremo -man mano che arriveranno- le risposte dei candidati alle sollecitazioni del presidente di LEDHA.
LEDHA/FISH Lombardia e F.A.N.D. presentarono le loro richieste al Governo, alla Regione Lombardia, alle Province ed ai Comuni. Un documento per dire No ai tagli e Sì alla Vita indipendente e all'inclusionenella società, per la difesa dei livelli essenziali di assistenza acquisiti, per promuovere la più ampia adesione e partecipazione alla mobilitazione che si tenne il 13 giugno 2012.
Nel 2012 i Comuni della Lombardia avevano 100 milioni di Euro in meno da destinare allepolitiche sociali. Dal 2008 al 2011, il Governo nazionale aveva azzerato il Fondo per laNon Autosufficienza e più che dimezzato il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali. In quell'anno la Regione Lombardia ha stanziato per le politiche sociali 40 milioni diEuro al posto dei 70 del 2011. Molti Comuni stavano iniziando a tagliare i servizi fino ad ora sostenuti da questi fondi: i primi interventi sacrificati furono quelli che riguardavano il sostegno alla vita indipendente delle persone con disabilità, previsti dalla Legge162/98 e in generale quelli di assistenza domiciliare. Si trattava di attività che permettevano a migliaia di persone di condurre, pur tra mille difficoltà, una vita dignitosa e con un buon livello di inclusione sociale e, in alcuni casi, lavorativa. Anche i servizidiurni e residenziali erano seriamente a rischio di esistenza, con la previsione di incremento delle rette a carico delle famiglie e dall'altro con blocchi delle liste diattesa per i servizi rientranti nei livelli essenziali di assistenza. I diritti fondamentali delle persone con disabilità sono messi oggi in discussione. Le loro condizioni materiali di vita stanno già peggiorando e molte famiglie si stanno chiedendo come faranno ad andare avanti. LEDHA invitò quindi le persone con disabilità, i loro familiari, le associazioni, le organizzazioni di terzo settore e dei lavoratori ad aderire e partecipare alla mobilitazione.
La manifestazione si tenne in Piazza Duca d'Aosta Mercoledì 13 giugno alle ore 11 per dire: NO AI TAGLI E SI ALLA VITA INDIPENDENTE e ALL'INCLUSIONE NELLA SOCIETÀ
per chiedere:
Al Governo di ripristinare i fondi sociali a partire da quello per la non autosufficienza perché non si tratta di costi ma di investimenti nel futuro e nella crescita della società italiana. Al Governo, nei suoi progetti di riforma sulla partecipazione alla spesa dei servizi (Isee) di non aumentare le richieste nei confronti delle persone con disabilità. Al Governo di definire, finalmente, i Livelli essenziali assistenziali (LEA) e quelli per l'assistenza sociale (LIVEAS).
Alla Regione Lombardia di compensare con proprie risorse i tagli ai fondi sociali e permettere ai Comuni di svolgere le proprie funzioni, ed evitare ripercussioni sul sistema dei servizi alla persona, già esposti a crescenti difficoltà. Alla Regione Lombardia di vincolare questa aggiunta di risorse per finanziare i progetti di Vita Indipendente e per attivare la Presa in carico unitaria per i cittadini che afferiscono ai servizi socio assistenziali e socio sanitari. Alla Regione Lombardia di incrementare il finanziamento dei servizi sociosanitari sgravando di queste spese i Comuni e le famiglie, superando la non più sostenibile divisione tra i servizi socio sanitari e quelli socio assistenziali.
Ai Comuni di garantire i servizi e le prestazioni essenziali per la vita delle persone con disabilità e di non derogare alla propria responsabilità di coordinatori delle politiche sociali nei confronti dei propri concittadini.
LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità FISH - Federazione Italiana Superamento Handicap F.A.N.D. - Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità
L'8 gennaio 2010 LEDHA lancia la campagna "Salviamo il Difensore Civico Metropolitano", che prende il via dai tagli previsti dalla finanziaria 2010 al Difensore Civico dei comuni. Nel silenzio della politica e dei media i cittadini stanno per essere privati di uno dei pochi strumenti a disposizione per vedere tutelati i propri diritti: l'Ufficio del Difensore Civico metropolitano..
LEDHA lanciò una petizione a difesa del Difensore Civico sul proprio sito e su Facebook. Era inoltre possibile scaricare il Modulo Cartaceo per l'adesione
L'art. 2, comma 186, della Legge Finanziaria n. 191 del 23 dicembre 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2009, prevede infatti che, al fine di contribuire alla riduzione dei costi della spesa pubblica locale, i Comuni "devono provvedere", tra l'altro, ad adottare misure per la soppressione dei Difensori civici.
Il Parlamento dunque ha ritenuto il Difensore Civico dei Comuni un "costo inutile".
Questo mentre in Europa molte grandi città metropolitane si vanno progressivamente dotando del Difensore civico municipale nella consapevolezza che nelle grandi aree urbane i rapporti tra i cittadini e le istituzioni sono più complessi e possono giovarsi ampiamente dell'attività di mediazione delle controversie svolta da tale istituto.
L'esempio di Milano è evidente: il flusso della domanda dei cittadini al Difensore civico per la città di Milano, entrato in attività dal maggio 2006, è in continuo aumento avendo fatto registrare nei primi tre anni di attività un incremento pari all'81%, che è stato accompagnato da azioni di particolare rilevanza per quanto riguarda la tutela delle persone con disabilità e la tutela dei diritti dei consumatori (carte dei servizi).
In quei giorni, in base alle disposizioni della legge finanziaria, che tra l'altro ledevano fortemente il principio dell'autonomia degli enti locali, il Comune di Milano stava già smantellando l'ufficio.
LEDHA, lega per i diritti delle persone con disabilità, in rappresentanza anche della FISH, Federazione Italiana Superamento dell'Handicap, espresse un giudizio altamente negativo rispetto a questo provvedimento e chiese l'impegno di tutti a sottoscrivere l'appello affinché:
si continuasse a garantire il servizio di tutela offerto dal Difensore civico metropolitano ovunque fosse in funzione, in particolare nelle grandi aree metropolitane ed accorpando, eventualmente, quello dei piccoli Comuni sul modello dei Distretti.
si sostenesse e si promuovesse l'istituto del Difensore civico comunale in tutte le sedi istituzionali legislative e di governo, opponendosi alla sua soppressione, soprattutto nelle grandi aree urbane dove i rapporti tra cittadini ed istituzioni sono più complessi
si diffondesse questo appello attraverso tutti i canali di comunicazione a disposizione affinché l'opinione pubblica sia consapevole della ingiustizia che i cittadini stavano per subire.
Con una lettera inviata ai parlamentari eletti in Lombardia, ai Consiglieri regionale e ai presidenti dei Consigli provinciali e comunale LEDHA chiese alle istituzioni lombarde di fare la propria parte per adottare e far ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
In seguito all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri 28 novembre 2008 della Legge di ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, il Presidente della LEDHA Fulvio Santagostini inviò una lettera in cui veniva richiesto ai parlamentari eletti in Lombardia di adoperarsi attivamente per la rapida ratifica a livello nazionale ed ai consiglieri regionali, provinciali e comunali affinché le rispettive assemblee votassero documenti analoghi a livello locale.
Queste le richieste specifiche avanzate da LEDHA:
Dare attuazione ai principi sanciti nella Convenzione ONU dei Diritti delle Persone con disabilità nei differenti settori dell'Amministrazione;
Sostenere a livello nazionale i processi di ratifica della stessa Convenzione;
Monitorare con continuità l'applicazione della Convenzione, costruendo percorsi di studio e di ricerca, un sistema regionale di monitoraggio ed implementazione della Convenzione nella legislazione e nelle azioni regionali;
Coinvolgere attivamente le persone con disabilità e le loro organizzazioni più rappresentative in ogni processo connesso all'attuazione dei principi sanciti dalla Convenzione;
Costituire un Osservatorio regionale sulla Condizione della persona con disabilità.
il 24 febbraio 2009 la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità è stata ratificata dal Parlamento Italiano e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 61 del 14 marzo 2009 - Legge 3 marzo 2009, n. 18, diventando a tutti gli effetti legge dello stato italiano