Autore: Simona Atzori
Editore: Mondadori
Anno: 2011
Codice catalogo: S119
"Cosa ti manca per essere felice?": bella domanda, specie se a farsela è Simona Atzori. Inutile girarci attorno: il suo libro è una vera e propria terapia antidepressiva. Racconta con dolcezza e realismo la propria esistenza, mettendo in fila, uno dopo l'altro, i traguardi di una sfida al destino, accettato e ribaltato con tenacia e amore: nascere senza braccia e diventare una ottima pittrice e una grande ballerina. C'è solo lei così. E il mondo se ne è accorto. Ha cominciato anni fa Candido Cannavò: "E li chiamano disabili", la sua raccolta di storie di persone che hanno reagito all'handicap, ha in copertina proprio una foto di Simona in un leggiadro passo di danza, e ci vuole un po' di attenzione per accorgersi di quel piccolo particolare, le braccia "rimaste in cielo". Ho conosciuto Simona proprio nel periodo delle tante presentazioni del bel libro di Candido, perché anche io, con assai minor merito, ero nella sua raccolta di figurine... Simona ti guarda con i suoi occhioni verdi, circondati da una massa impetuosa di capelli lunghi: l'intesa sui "fondamentali" è stata immediata. Abbiamo condiviso subito il linguaggio, le idee, il modo di affrontare la vita e lo "sguardo degli altri". Persone, non disabili. Questo è il messaggio, forte e chiaro, che passa dalle sue pagine, scritte in scioltezza, eleganti e leggere, proprio da danzatrice sulle punte. Ma Simona Atzori dedica, come è giusto, uno spazio ampio e riconoscente, alla mamma, al papà, alla sorella, agli amici, alla rete incredibile delle persone incontrate nel corso degli anni. Senza queste persone la sua vita avrebbe potuto essere ben diversa, più povera, meno felice. E' quasi un romanzo, lo si legge d'un fiato. E alla fine si resta con il dubbio: nella nostra vita, ci abbiamo davvero provato a dare il meglio di noi stessi?
Franco Bomprezzi, Giornalista Vita, Corriere Della Sera.it