Germania, primi anni '40. Ernst Lossa, orfano di madre e con il padre venditore ambulante senza fissa dimora, appartiene alla comunità degli jenisch (tedeschi chiamati spregiativamente "zingari bianchi") considerati del Terzo Reich di razza inferiore e impura. Giudicato irrecuperabile, dopo un passaggio in un istituto correzionale, Ernst viene mandato in una struttura per bambini e ragazzi disabili psichici, l'ospedale psichiatrico di Kaufbeuren dove viene messo in pratica il programma di eugenetica nazista "Action T4".

A gestire la struttura è il dottor Veithausen, un medico dai modi civili, ma che si rivela come un vero aguzzino, l'inventore della cosiddetta "dieta della fame": ai pazienti faceva mangiare tre volte al giorno una zuppa completamente priva di qualsiasi elemento nutritivo che in poche settimane li portava alla morte. È sempre il dottor Veithausen a decidere chi dei ricoverati deve essere trasferito all'ospedale nelle vicinanze dove viene praticata l’eutanasia tramite l'iniezione di sostanze letali. Ernst, intuendo il pericolo, non si fa ingannare dai modi gentili del dottore e mette in pratica una sua forma di resistenza.